Yes - Close to the Edge


Yes, Close to the edge, Atlantic, 1972

Secondo molti la quintessenza del progressive rock. Quasi certamente l'opera migliore degli Yes, che corona i precedenti (ed eccellenti) The Yes Albun e Fragile. Tre brani, tre lunghe suite, che proiettano i musicisti (ognuno un talento straordinario ed innovatore nel proprio strumento) nelle vette planetarie. La prima facciata è occupata dalla title track, che si snoda in quattro momenti dove le chitarre di Steve Howe e la voce di Jon Anderson arrivano al sublime. Il percussionismo jazzistico di Bill Bruford e la ritmica unica del basso di Chris Squire si intessono con le imponenti tastiere di Sir Rick Wakeman. And You and I è un altro capolavoro dove magnificenza e intimismo si alternano in un equlibrio perfetto. Infine Siberian Khatru è un capolavoro ritmico, dove le prodezze esecutive arrivano a vette stratosferiche. Su tutto regna la voce inconfondibile di Jon Anderson (e le perfette armonizzazioni con quelle di Howe e Squire) e i suoi testi magici ed ermetici. Dopo la realizzazione del disco Bill Bruford se ne andrà per unirsi ai King Crimson. La ragione? Secondo lui dopo Close to the Edgegli Yes non avrebbero più potuto far meglio. Come darli torto. Infinite le riproposizioni in album live successivi fino ai giorni nostri.

Buon ascolto!