Paolo Conte - Parole d'amore scritte a macchina
Paolo Conte, Parole d'are scritte a macchina, CGD, 1990
All'inizio del '90's i computer li usavano in pochi. Imperavano ancora le macchine da scrivere (ebbene sì, i più fortunati potevano godere dei prodigi, oggi quai patetici, di quelle elettroniche). Meno che mai li usava l'avvocato Paolo Conte, che sfornava questo disco straordinario (a proposito, molti ancora i dischi, li compravano in vinile, bei tempi....). Intanto per la cover, opera di Hugo Pratt (e ora, nell'era di Spotify che sarebbe?) e poi le musiche, le atmosfere, i testi. Conte veniva da un periodo d'oro dal punto di vista della creatività musicale, culminato nel bellissimo Aguaplano. In questo album invece le atmosfere diventano minimaliste, pur mantenendo alcuni timbri contiani (Colleghi trascurati). Poi una serie di sorprese: Dragon (un blues...), Il Maestro (ogni spiegazione è inutile e retorica, ascoltatevelo....), Happy feet, e via via gli altri. Conte sembra privilegiare un jazz/blues deglai albori, con una line up di musicisiti completamente rinnovata, con un rinnovato impulso al tappeto ritmico chitarristico e meno fronzoli rispetto al passato.
Buon ascolto!